5. La scelta del microfono

Vale qui lo stesso discorso applicabile a molte altre aree della tecnologia del suono: meglio concedersi i migliori componenti possibili, si tratta dopotutto di uno o due microfoni per restituire il suono originale dell'ensemble, escludendo i singoli microfoni di supporto. La qualità della registrazione dipende fortemente dal trasduttore sonoro a disposizione, negli ultimi anni il mercato dei microfoni ha fatto grandi passi da gigante e dà ora accesso a uno spettro più ampio. Per applicare le singole tecniche di registrazione discusse in precedenza, proponiamo al catalogo una gamma di microfoni di buona e ottima qualità.
Tuttavia, i microfoni a coincidenza veri e propri per la stereofonia a intensità (X/Y e M/S) sono più rari, i modelli davvero validi sono piuttosto costosi.

Le cose sono più semplici con la stereofonia a tempo di volo (A/B) dove i trasduttori omnidirezionali a pressione sono diventati la norma, con la loro sensibilità tra la gamma delle basse frequenze, ossia un’eccellente resa dei bassi. Essi tendono però a reagire come dei cardioidi alle frequenze più alte (da circa 5 kHz in su), devono perciò essere direzionati (vedi pagina precedente).

Per i microfoni singoli e la tecnica X/Y con due di questi, si utilizzano ricevitori a gradiente di pressione con caratteristica cardioide, spesso proposti in coppia. Si ricorda tuttavia che applicare la tecnica X/Y implica che l'angolo di apertura dei microfoni non superi i 45° su un campo di registrazione totale di 180 ° (vedi pagina precedente).