Quando accompagni dei cantanti o quando hai la fortuna di accompagnare la tua stessa voce, un capotasto mobile può essere molto utile; esso permette infatti di adattare l'accordatura dello strumento alle rispettive qualità canore, in situazioni pratiche come quelle che prendiamo ad esempio: immagina di voler cantare una canzone di cui hai trovato le note in un qualsiasi libro o sito di accordi. Quando ti ritrovi a suonarli, però, ti rendi conto che la tonalità in cui è stata scritta la canzone è troppo alta o troppo bassa per la tua estensione vocale.
A questo punto hai esattamente due opzioni.
Puoi trasporre il brano in una tonalità più adatta alla tua voce, con uno svantaggio: la trasposizione non è facile e nella maggior parte dei casi le diteggiature più semplici saranno sostituite da accordi con barré.
Utilizzare un capotasto, una specie di pinza da che serve a bloccare le corde, in qualsiasi punto del manico. All’atto pratico, se il brano originale, con i suoi accordi di Do, Lam, Sol, Fa, fosse un po' troppo basso per la tua voce, fai come segue: posiziona il capotasto al secondo tasto della chitarra. Da questo "nuovo capotasto" suonerai - nel modo consueto - esattamente le diteggiature (terza posizione) che avresti suonato nel brano originale davanti al vero capotasto (prima posizione). Hai già trasposto la canzone di un intero tono in su e potrai così verificare la compatibilità della nuova tonalità con la tua voce. La sequenza di accordi sarà quindi: Re, Sim, La, Sol. È abbastanza semplice, no?
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I capotasti sono disponibili in diverse versioni. Dalla più semplice, che si fissa al manico con un cinturino, a quella più lussuosa dotata di un meccanismo elaborato, ce n’è per tutti.
I vecchi eroi del blues usavano colli di bottiglia tagliati, che facevano scivolare su un dito della mano sulla tastiera, per estrarre la voce e i suoni più stridenti dalle loro chitarre, ecco coniato il termine Bottleneck! L'azione che ne è alla base è stata non a caso nominata "slide playing".
Una volta consolidata la tecnica esecutiva, l'industria degli strumenti musicali iniziò a produrre i cilindri in vetro su scala industriale. Oltre al materiale originale, il vetro dunque, vennero sperimentate varie leghe metalliche per la produzione di “tubi” Slide. Ancora oggi, gli esperti discutono su quale sia il suono migliore: il vetro, con il suo timbro più intenso e caldo, o il metallo, che produce un suono più ricco di sfumature e più deciso. Il nostro parere è che si tratta davvero di una questione di gusti, meglio quindi scoprire quale sia il modello che più si avvicina al suono ricercato dalle tue orecchie!