L'udu è molto moderno ed è alla ribalta tra i percussionisti solo da pochi anni, sebbene abbia una tradizione antica.
Le origini dell'udu si trovano in Nigeria, quando i membri delle tribù Hausa e Ibo scoprirono il suono meraviglioso di questi strumenti su vasi di argilla con due aperture. Gli indigeni credevano di poter sentire le voci dei loro antenati ed è da allora che gli udu vengono suonati durante le cerimonie e le danze.
Udu significa "brocca" nella lingua Ibo. Originario dell'Africa, l'udu è arrivato anche in America Latina e nei Caraibi come zin-li, canari, zeli o kim-kim.
L'udu si suona aprendo e chiudendo ritmicamente il foro laterale del tamburo con il palmo della mano. Questo produce un tono basso e profondo che ricorda il suono delle tabla indiane. Nella tecnica di esecuzione dell'udu, questo suono è combinato con il bodysound, un suono brillante e percussivo prodotto dalle dita che colpiscono il corpo. Alcuni udu possono produrre due bodysound utilizzando la tecnica della percussione delle dita e grazie al diverso spessore delle pareti. Altri udu (gli udus in pelle o Skin Udu) rinforzano le aperture con un’ulteriore membrana di pelle naturale, in corrispondenza dei fori. A seconda della tecnica di esecuzione, dalla membrana saldamente avvolta e pre accordata è possibile ottenere un caleidoscopio di suoni che vanno dai bassi vibranti ai suoni ricchi di armonici, simili a quelli del darabuka.