I microfoni a nastro appartengono alla categoria dei dinamici che funzionano passivamente, ossia senza altra alimentazione. Il modello più comune, soprattutto sui palchi, è il cosiddetto microfono a bobina mobile ossia il noto Shure SM58, che funziona come gli altoparlanti: una bobina è attaccata al diaframma, un forte magnete è avvolto intorno alla bobina così che, quando il suono colpisce il diaframma, la bobina si muove nel campo magnetico e genera corrente quasi come una dinamo di bicicletta, per un valore certamente inferiore. La membrana si muove dunque a ritmo di musica, la tensione generata è un'immagine elettrica dei suoni che la colpiscono. Se si amplifica questa tensione e la si conduce a un altoparlante che, come detto, è costruito in modo molto simile, si sentirà nuovamente la musica precedentemente convertita in energia elettrica. Il miracolo della tecnologia!
Esso utilizza lo stesso principio funzionale ma si compone di elementi "più leggeri". Con un microfono a bobina mobile, si sposta una massa relativamente alta, per cui il diaframma è sufficientemente spesso da sostenere anche la bobina mobile. Con un microfono a nastro, invece, si muove solo un sottilissimo nastro di alluminio che è fissato in una fessura magnetica: proprio come nel microfono a bobina, una piccola corrente elettrica viene generata quando il nastro metallico si muove nel campo magnetico. Poiché tale nastro è molto più leggero, può anche seguire le vibrazioni della musica molto più liberamente e quindi più accuratamente di un diaframma piuttosto poderoso con una bobina. Allo stesso tempo, però, è presente molta meno energia elettrica in quanto generata solo da una piccola piastra metallica tra due magneti, il cui movimento è difficilmente percettibile a occhio nudo; non alimenterebbe nemmeno una lampadina da 100 W o lo stesso preamplificatore microfonico.
Un microfono a nastro contiene quindi sempre un trasformatore che amplifica il minuscolo segnale elettrico fino a un livello accettabile. I convertitori non sono altro che trasformatori, non solo per la tensione di rete ma anche per i segnali audio (che sono comunque tensioni alternate). Un trasformatore è composto da due bobine che stanno insieme su un nucleo di ferro: applicando una tensione alternata all'ingresso (ossia alla bobina primaria), l'uscita (o bobina secondaria) si manifesta in tensione alternata, la cui composizione di frequenza sarà identica a quella della tensione in ingresso. Diventa interessante quando il numero di giri della bobina secondaria è raddoppiato, perché allora si ottiene il doppio della tensione in uscita rispetto all'ingresso. I trasformatori a nastro hanno spesso rapporti di avvolgimento di 1:30 o più. Solo con l'aiuto di un trasformatore talmente potente il fragile segnale dell'elemento a nastro diventa così forte da poter essere elaborato da un preamplificatore microfonico; e anche allora, quest'ultimo avrebbe comunque da lavorare molto. Nonostante i loro trasformatori, dunque, i microfoni a nastro rimangono generalmente più deboli dei microfoni a bobina mobile o a condensatore.
Poiché i microfoni a nastro sono così discreti e richiedono molto dal preamplificatore, menti illustri hanno voluto dotarli di preamplificatori interni: l'alimentazione phantom, tipica dei modelli a condensatore, viene ovviamente estesa anche ai microfoni a nastro. Il produttore più noto di modelli a nastro attivi è la società americana Royer. Ma attenzione: potrai utilizzare questi specifici modelli a nastro solo con un'elettronica attiva, con alimentazione phantom. Gli attuali microfoni a nastro possono supportare i 48 V, con alta tendenza a guasti nel cablaggio o difetti minori. Gli storici microfoni a nastro in particolare, sono ancora più sensibili: se solo un piccolo impulso di tensione tra i due fili audio raggiungesse il nastro, questo potrebbe bruciarsi. Dovresti quindi prendere la precauzione di non applicare l'alimentazione phantom a un microfono a nastro: nello specifico, non si dovrebbe mai collegare o scollegare un microfono a nastro mentre l'alimentazione phantom è attivata per quel canale. Nota che, a seconda del preamplificatore, ci vogliono 30 - 60 secondi (a volte di più) perché l'alimentazione phantom venga effettivamente dissipata. Perciò, sii un po' più paziente.