Ho acquistato questo Squier Affinity Jazz Bass VI un po’ per curiosità, un po’ per colmare una vecchia mancanza: un 6 corde da battaglia. Devo dire che per essere uno strumento economico (preso sotto i 300 euro), mi ha davvero sorpreso.
I materiali sono più che dignitosi per la fascia di prezzo: manico in acero comodo, tastiera in alloro indiano che risulta piacevole al tatto, corpo in pioppo. Alcune scelte sono chiaramente pensate per contenere i costi, ma hanno anche un occhio alla sostenibilità, il che non guasta.
Molto interessante il manico rinforzato in grafite che probabilmente contribuisce al buon sustain generale. Anche il capotasto in osso sintetico è una chicca che non mi aspettavo su uno strumento così economico. Le meccaniche die-cast fanno il loro, e l’accordatura regge bene.
Il suono? Più che soddisfacente. I pickup ceramici restituiscono una buona definizione, e in generale la timbrica è credibile — sì, suona “Jazz Bass”, pur con le sue sei corde.
Unico difetto strutturale: la paletta, come tutto il basso nel suo complesso, è un po’ pesante, quindi tende ad affondare come nella migliore tradizione Jazz Bass, sia Fender che Squier. Inoltre, il classico “dead spot” sul 7° tasto della corda sol è presente, ma a questi livelli è quasi inevitabile. I classici 20 tasti del Jazz Bass poi limitano un po' le potenzialità della corda in più: 24 tasti avrebbero meglio valorizzato la presenza dalla corda Do.
Consigliato a chi vuole iniziare ad esplorare il mondo del 6 corde senza investire cifre importanti, ma con uno strumento che resta comunque suonabile e affidabile.
Pro:
Ottimo rapporto qualità/prezzo
Buon sustain e timbrica Jazz credibile
Manico rinforzato in grafite e capotasto in osso sintetico
Finitura sobria ma curata
Versatile e adatto anche alla polifonia
Cons:
Paletta sbilanciata, tende ad affondare
Dead spot sulla corda sol (tasto 7)
Peso totale leggermente eccessivo
Limitata estensione nel registro alto a causa dei soli 20 tasti