Qui potrai trovare risposta alle domande più frequenti riguardanti i microfoni a diaframma largo.
Dipende tutto dal tipo di suono che vuoi ottenere: i microfoni a diaframma piccolo restituiscono in maniera molto naturale il suono della chitarra mentre quelli a diaframma largo rendono il suono dello strumento più ampio. Quest'ultimo è la giusta scelta per una chitarra il cui suono ha un primo piano nell'arrangiamento o nel caso di un duo composto unicamente da chitarra e voce. I microfoni a diaframma piccolo sono invece indicati per una chitarra che si integra in un arrangiamento complesso. Non tutti i microfoni a condensatore con diaframma largo, dunque, sono adatti alla chitarra acustica: i modelli con diaframma piccolo sono solitamente più neutri nel suono e assicurano un buon risultato.
Si tratta di un microfono il cui diaframma a gradiente di pressione è esposto al campo sonoro che impatta perpendicolarmente e posteriormente il diaframma stesso.
Tutti i microfoni fanno rumore di per sé, ed il rapporto segnale-rumore altro non è che un valore numerico. Questo indica la differenza tra il segnale che il microfono produce in condizione di isolamento e la tensione che lo stesso emette con una pressione sonora di 1 pascal e una frequenza di 1 kHz. Tale valore sarà espresso in pressione sonora relativa (dBspl).
Quando la distanza tra il microfono e la sorgente sonora è di più o meno 1 m, le basse frequenza in uscita dal microfono sono amplificate; avvicinandosi a una fonte sonora, la pressione aumenta proporzionalmente alla distanza. L'effetto di prossimità si verifica con tutti i microfoni a gradiente di pressione e, per compensarlo, questi sono spesso dotati di un filtro commutabile. È pur vero che lo stesso effetto può ovviamente essere sfruttato, ad esempio, per dare più volume alla voce.
L'alimentazione phantom permette di commutare la tensione continua necessaria ai microfoni, tramite 2 resistenze da 6,8 kOhm, ai due conduttori del cavo fino alla schermatura, che chiude il circuito. Per essere precisi, il segnale audio non è influenzato dall'alimentazione phantom in quanto la tensione continua nel microfono è isolata da condensatori anche all'ingresso del mixer, in XLR: la maggior parte delle console da studio sono ormai fornite di tale alimentazione da utilizzare come fonte di tensione continua. In alternativa, il mercato ci propone vari design per i dispositivi esterni, da collegare tra il mixer ed il microfono.
La maggioranza delle alimentazioni phantom riceve la tensione continua di 48 V ma non rari sono anche i valori compresi tra 12 V e 52 V. I microfoni a condensatore, per lo più affidabili in questa gamma, possono anche essere alimentati da una batteria integrata la cui capacità non è certo illimitata e potrebbe “volatilizzarsi” proprio nei momenti clous. Al netto di tutto, la tensione continua di 48 V permette di usufruire del microfono al meglio delle sue possibilità e specifiche tecniche.
Ciò significa che il bilanciamento del segnale è simmetrico, ottenuto tramite un trasformatore audio; nel caso dei modelli a transistor o valvole, per ottenere il miglior segnale possibile, questo deve essere bilanciato dal microfono tramite un amplificatore simmetrico.
Volendo parlare di svantaggi, i trasformatori economici hanno di solito una risposta ai bassi più scarsa e producono più rumore, motivo per cui la maggior parte dei microfoni a condensatore di oggi sono dotati di un circuito di uscita senza trasformatore, così da renderli più versatili all'uso.
Questi due termini descrivono la sensibilità di un microfono, cioè il rapporto tra la pressione sonora sul diaframma del microfono e la tensione di uscita dello stesso: all'alto valore di trasmissione corrisponde un basso livello di amplificazione dal mixer, tenendo presente che la tensione in uscita dei dinamici è di solito inferiore a quella dei microfoni a condensatore. Naturalmente, la sensibilità di un microfono dipende dalla frequenza ed il suo valore nominale, generalmente a 1000 Hz, è dato in mV/Pascal.
Un basso livello di Self-Noise è sicuramente più importante del livello di sensibilità. L’alta sensibilità non fa altro che aumentare il rumore se stai usando un microfono con un pronunciato livello di Self-Noise. La sensibilità nei condensatori è sempre sufficientemente alta da non creare alcun problema (mentre è una discriminante nella scelta di un buon microfono dinamico).
Molto probabilmente lo hai posizionato male (può succedere!). Ricorda che i condensatori a diaframma largo ricevono il suono sia frontalmente che dal lato posteriore, ma non in egual maniera! La maggior parte, avendo una configurazione cardioide, sono sensibili alle sorgenti frontali e respingono quelle posteriori. Il lato frontale è dove solitamente si trova il logo del produttore.
La causa potrebbe essere l’eccessiva umidità. Prova a mettere il microfono sotto una lampada da scrivania accesa per qualche ora: il calore farà evaporare la condensa e i rumori spariranno.
Molti microfoni dinamici sono a diaframma largo in effetti. Tuttavia, raramente si approfondisce la questione del diaframma largo o piccolo in relazione ai microfoni dinamici. Il diaframma dei microfoni dinamici, infatti, è spesso coperto da inserti di gommapiuma protettiva e non è facile da misurare.
Se cerchi un microfono dinamico come alternativa al condensatore, prova a vedere fra quelli usati nelle trasmissioni radio come l’EV RE20 o lo Shure SM7. Anche alcuni microfoni a nastro possono essere validi per restituire un suono “dal diaframma largo”.