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3. Hi Hats

Il supporto hi-hat aziona i piatti hi-hat. Niente di particolarmente emozionante, dirai… o forse sì? Partendo dal nome si riscontrano già le prime controversie: c’è chi dice l’hi-hat (piatto) al maschile e chi la hi-hat (macchina) al femminile. Per unificare e semplificare, chiamiamo hi-hat il piatto, e supporto per hi-hat il meccanismo che lo controlla. Una piccola curiosità: il nome “hi-hat” e il suo suono caratteristico derivano dallo stile musicale Charleston degli anni ’20, a cui deve anche il primo soprannome: Charleston Machine. Lo stile musicale è passato di moda, ma la macchina Charleston è rimasta, evolvendosi fino all'attuale supporto per hi-hat.

L’obiettivo di questo stand è quello di una apertura pulita, una chiusura agevole e un comodo azionamento del pedale. Proprio come per il pedale della grancassa questo stand dovrebbe produrre meno rumore possibile, cosa molto importante quando si registra.
Ovviamente deve essere solido e regolabile, e per assicurare tale stabilità la versione standard presenta tre gambe. Esistono modelli con sostegno singolo o doppio (di solito quello doppio è migliore).

Uno dei criteri più importanti è la possibilità di regolare la tensione della molla che solleva il pedale, il cui ruolo è quello di far sì che il piatto superiore rimanga sollevato da quello inferiore nella posizione neutra, di farlo muovere dolcemente verso il piatto inferiore quando premiamo con il piede sul pedale e di farlo tornare nella posizione originaria quando lo solleviamo. Esistono differenti misure di hi-hat (12”,13”,14”) oltre che versioni più o meno pesanti, quindi la molla deve essere regolata di conseguenza.

Anche la sede per il piatto inferiore ha una sua importanza. L’anello di feltro non deve essere troppo piccolo in quanto un feltro più grande accoglie il peso del hi-hat in maniera più uniforme. L’inclinazione del piatto inferiore deve essere regolabile (la soluzione può essere una vite posta nella sede d’appoggio che risulta in un innalzamento o abbassamento di un lato del piatto stesso).

La scelta delle gambe varia a seconda dei casi, ad esempio, se utilizziamo un singolo pedale per la grancassa, l’ideale sarebbe uno stand per hi-hat con supporti doppi.

Nel caso volessimo utilizzare un pedale doppio le cose cambiano poiché il pedale ausiliario deve essere posizionato di fianco al pedale del hi-hat. La gamba interna e anteriore deve essere posizionata appena sopra al pedale ausiliario della grancassa. Questa disposizione va bene per molti stand singoli, mentre nel caso degli stand doppi avrete un margine d’errore più ristretto. In questo caso la soluzione è quella di alzare le gambe e fissare lo stand con un sostegno sulla grancassa. Una volta fissato anche il doppio pedale all’hi-hat tramite morsetti multiuso, entrambi saranno a prova di bomba e avremo anche spazio a sufficienza per le gambe.

Se vogliamo utilizzare un doppio pedale per grancassa esistono stand per hi-hat progettati appositamente con due gambe rivolte posteriormente, creando così spazio anteriormente per un pedale extra.

Un’altra alternativa è l’hi-hat con cavo remoto

Questa opzione ha senso se dobbiamo suonare set molto grandi. La connessione tra pedale e piatti in questo caso non è un’asta ma un cavo (simile ai freni per bicicletta). Il vantaggio è che possiamo posizionare i piatti nel set praticamente dove vogliamo, persino inclinandoli, in questo caso ovviamente è necessario un qualche tipo di sostegno come ad esempio i morsetti multi clamp. Persino il pedale può essere piazzato dove preferiamo grazie all'assenza di hardware ingombrante.

Il sistema con cavi è particolarmente popolare tra i batteristi che utilizzano pedali multipli. E’ possibile integrare nel set un secondo hi-hat posizionato il più delle volte appena a destra della grancassa, offrendo una varietà di suono ancora Maggiore, oltre che la possibilità di poter suonare senza incrociare le mani.

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