Non ho fatto analisi chimiche ma l'odore tipico dell'osso è molto forte mentre si lavora questo pezzo...
Servono diverse lime, carta abrasiva, pazienza e attenzione per adattare il bridge inlay alla chitarra classica. Tutto il lavoro ne vale la pena: l'osso trasmette in modo efficiente le vibrazioni delle corde al top della chitarra.
Questo inlay è leggero, rigido e piuttosto duro: dopo un anno di uso non è stato scalfito dalle corde, come può capitare agli inlay di plastica e perfino a quelli di osso sbiancato. Perciò la trasmissione delle vibrazioni dalle corde al top dovrebbe essere teoricamente ottima, senza ostacoli o perdite.
Ho montato l'inlay su una chitarra classica con top di abete. Neanche su questo aspetto ho fatto analisi di laboratorio e giudico ad orecchio: il particolare tipo di osso enfatizza le frequenze medie o riduce le frequenze alte, oppure fa tutt'e due, mentre il solito osso sbiancato di mucca dà un timbro neutro. Naturalmente tutto ciò è molto soggettivo. Comunque l'enfasi o la riduzione mi sembrano meno drastiche rispetto a quelle di un inlay di ebano o di avorio fossile (ebbene sì, ho provato anche quelli sulla stessa chitarra). Il risultato è gradevole e non ho sentito perdite di volume.
Penso che questo inlay sia particolarmente utile per chitarre "chiare" o squillanti, se si vuole "ingrassare" un po' il suono senza il timore di trovarsi con una chitarra cupa. E' molto indicato per sostituire l'inlay di plastica: un miglioramento decisivo.